— Anno: 1994
— Editore: Feltrinelli
La pubblicazione de “Le dimensioni del vuoto” in edizione economica ha per me il sapore contraddittorio di una soddisfazione confuso a un'amarezza. Da un lato, sono orgoglioso che un saggio su un argomento così difficile come il suicidio giovanile riscuota ancora oggi, a distanza di sette anni dalla sua prima pubblicazione, interesse da parte dei lettori. Ciò rappresenta esattamente lo scopo che allora mi ero prefissato, ossia uscire dal dibattito asfittico tra esperti e operatori del settore, affermare che la condotta suicidarla non è e non può essere interpretata come una specifica forma di patologia psichica ma come il sintomo più tragico che questa società si ostina a rimuovere dalla propria coscienza: le diverse forme del disagio e dell'inquietudine giovanile, ovvero la condizione esistenziale di una intera generazione. Per lungo tempo tanti fra gli operatori nel campo della salute mentale assieme a buona parte dell'opinione pubblica (supportata purtroppo da televisioni e giornali) hanno voluto interpretare molti dei segnali di crescita di nostri ragazzi come categorie specifiche di sofferenza psichica, offrendo per queste speciali classificazioni terapie e luoghi di cura programmati alla bisogna. Così è accaduto per la droga, per la bulimia e per l'anoressia, per le condotte autolesive, per le nuove forme di violenza giovanile.
Il risultato è zero, nulla è cambiato: ogni anno si affacciano nuovi segnali d'inquietudine, si continuano a costruire reti di servizi dei quali s'ignora l'efficacia, si offre lavoro a operatori che non sanno come e per quanto tempo devono intervenire. La cronaca segnala storie che la gente non vuol capire, storie descritte per soddisfare l'esigenza di Cittadini trasformati in guardoni dei dolori altrui. Poi si volta pagina,fino alla prossima disgrazia, fino a un altro funerale. Le cifre rimangono impietose davanti ai nostri occhi, non possono essere omesse: negli ultimi vent'anni la crescita dei suicidi tra i ragazzi italiani ha sfiorato il 100%, il numero dei reati commessi da minori negli ultimi quindici anni è cresciuto del 150%. C'è qualcuno che si preoccupa di tale cataclisma sociale?